Digitalizzazione PMI 2018

Digitalizzazione PMI 2018: il divario con le grandi aziende

Che Business Intelligence e rivoluzione digitale siano tra le maggiori risorse per le grandi aziende e processi irrinunciabili per il posizionamento sui mercati è ormai assodato. Tanto rapida e costante si sta dimostrando la digitalizzazione delle grandi aziende quanto lenta e in ritardo è la rivoluzione digitale nelle PMI italiane. Anche se dallo scorso anno le aziende di dimensioni più ridotte hanno iniziato ad accelerare il passo verso la digitalizzazione dei processi aziendali la strada è ancora lunga.

Piccole e Medie Imprese: il 2018 un anno positivo per la loro salute

Andando con ordine, da diversi studi di settore effettuati nell'anno appena trascorso, emerge come lo stato di salute delle PMI abbia avuto un netto miglioramento rispetto agli anni precedenti. Questo il dato riscontrato, in particolare, nei settori del manifatturiero, delle costruzioni, dei servizi alle imprese e della moda, come sottolineato anche da PMI.it.

La decima edizione di Osservatorio PMI ha evidenziato che a rendere possibile questo andamento positivo è stata la strategia fondata sulla cura e l’attenzione nei confronti del cliente.

Crescita PMI 2018: alla base centralità del cliente e digitalizzazione

Secondo lo studio appena citato sono state 724 le aziende eccellenti protagoniste della digitalizzazione nel 2018, su una selezione di 60mila imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro. A rendere alcune imprese strategicamente migliori e più affermate, è stata innanzitutto la capacità di mettere il cliente al centro delle politiche gestionali e di promozione e marketing. In questa ottica a farla da padrone è ancora una volta la digitalizzazione e la volontà delle PMI di raggiungere traguardi in questo ambito. A tal proposito Stefano Nuzzo, Project Leader dell’Osservatorio delle Piccole e Medie Imprese, ha dichiarato:

Anche gli imprenditori eccellenti registrano una maggiore complessità nel soddisfare il cliente rispetto al passato, che cercano di superare attraverso la ricerca di relazioni più dirette in cui spesso si mette in gioco la proprietà stessa, ma sempre più dovranno imparare a trarre vantaggio da strumenti e innovazione digitale”.

Rivoluzione digitale PMI: anche se vantaggiosa è relegata al marketing

Nello studio proposto da Talent Garden, Cisco Italia, Enel e Intesa Sanpaolo, e dedicato proprio alla Digital Transformation nelle PMI, viene evidenziato come la percezione da parte delle aziende dei possibili vantaggi derivanti dalla digitalizzazione sia corretta ma come, allo stesso tempo, questa rimanga relegata al comparto del Marketing.
Tradotto in numeri ciò significa che sul campione di PMI preso in esame nello studio, anche se il 67% delle aziende riconosce quanto la trasformazione digitale possa impattare in modo positivo sul business e sull'organizzazione, le figure professionali alle quali viene associata sono quasi esclusivamente quelle del marketing e non dell’intera azienda. Di conseguenza a beneficiare delle migliorie che derivano da questa trasformazione rimangono prevalentemente i comparti della comunicazione e della promozione aziendale. Per questo motivo il tasso di digitalizzazione stenta così tanto ad aumentare tra le Piccole e Medie Imprese del nostro Paese.

Gli “apprendisti digitali” rilevati dalla Camera di Commercio

Sempre esemplificativo della situazione Italiana è lo studio pubblicato a fine 2018 da AdnKronos che ha mostrato i risultati del test realizzato dalla Camera di Commercio proprio sul tasso di digitalizzazione delle Piccole e Medie Imprese del nostro Paese.

Anche in questo caso è emerso come molte aziende facciano fatica a intraprendere la strada della trasformazione. Una volta iniziato il cambiamento, però, i risultati si mostrano molto efficaci.

Su un campione di 6000 imprese sottoposto al test:

  • il 30% è risultato “Specialista digitale”: ha digitalizzato buona parte dei processi;
  • il 7% è risultato “Esperto digitale”: applica i principi dell’Impresa 4.0;
  • il 3% è risultato “Campione digitale”: ha effettuato un buon livello di digitalizzazione dei processi.

Digitalizzazione: il divario tra grandi aziende e PMI secondo l’ISTAT

Volendo ulteriormente analizzare il divario tra grandi aziende e PMI in materia di digitalizzazione possiamo far ricorso anche ai dati pubblicati dall'ISTAT nel Report ICT 2019 . L’indagine prende a esame diversi parametri dai quali emerge come il maggior divario sia evidente nei seguenti ambiti:

  • Presenza di specialisti ICT all'interno dell’organico aziendale. Sotto questo aspetto le due tipologie di aziende sono separate da ben 60 punti percentuali;
  • Velocità di connessione. Anche questo parametro contribuisce alla distanza che si frappone tra grandi e piccole aziende. Qui i punti percentuali di distanza sono ben 38;
  • Sempre distanti, ma più vicine rispetto all'anno precedente, sono invece le cifre relative alle vendite online: la percentuale di imprese che abbiano almeno l’1% del fatturato derivante dalle vendite online è infatti salita dal 7,4% al 9,3%;
    Oltre a questi dati analizzati dei progressi nell'evoluzione digitale sono stati riscontrati nel corso dell’intero 2018 in ambito di:
    a - fatturazione elettronica, con un passaggio dal 30,3% del 2016 al 41,6% nel 2018 appunto;
    b - acquisto di servizi di Cloud Computing di livello medio alto, con una percentuale cresciuta dall'11,5% al 14,7%.

PMI e digitalizzazione, le aziende più giovani osano di più

Secondo la rivista Inside Marketing i maggiori investimenti nella digitalizzazione arrivano dalle giovani aziende. A sostegno di questa teoria si può fare di nuovo ricorso al sopracitato studio realizzato da Scuola dell’Innovazione di Talent Garden, Cisco Italia, Enel e Intesa Sanpaolo.

Su un campione di 500 aziende, a investire maggior parte del proprio fatturato in innovazione, tecnologica e digitale sono aziende giovani per il 53%, rispetto al 47% rappresentato da imprese presenti sul mercato da più di 25 anni.

Digitalizzazione PMI: una strada ancora lunga ma tutta da tracciare

Partendo da questa fotografia attuale delle PMI italiane e del loro livello di digitalizzazione si può certamente affermare che il processo di conversione è lungo e la strada, in gran parte, ancora da segnare. Per questo tra gli obiettivi chiave dei prossimi tre anni per le PMI troviamo: 

  • l’uso sempre maggiore di big data;
  • lasciare che le startup e i loro trend siano contaminanti;
  • il forte aumento delle vendite online. 

Ovviamente a queste finalità risultano strettamente connesse figure professionali che nei prossimi anni, anche per le PMI, saranno quelle più ricercate:

  • specialisti della trasformazione digitale;
  • esperti di analisi dati;
  • esperti di marketing digitale;
  • sviluppatori di soluzioni mobile
    Tutte queste professionalità, ad oggi, sono ampiamente ricercate e impiegate dalla maggior parte delle aziende di grandi dimensione nei già avvenuti, o quanto meno avviati, processi di conversione digitale. Alle PMI non rimane che uniformarsi intraprendendo una loro strada verso il digitale.