Microsoft Azure e cloud computing

Cos’è Microsoft Azure: impieghi e utilità del cloud computing 

Se volessimo dare una stringata definizione di Microsoft Azure basterebbe dire che è la piattaforma cloud pubblica di Microsoft e che offre servizi di cloud computing.  
Andando più nel dettaglio e dando una ulteriore definizione per capire anche il cloud computing cos’è, bisogna specificare che si tratta di una moltitudine di servizi erogati, on demand e tramite internet, da un dato fornitore (provider) ad un dato utente. Parliamo di servizi di diverso tipo: risorse di archiviazione, database, rete, software, risorse per l’analisi e lo sviluppo e tanto altro. Tutte le componenti appena citate sono finalizzate principalmente all’elaborazione e all’archiviazione di dati. Questo in maniera molto sintetica esprime l’essenza di cloud computing, servizio che negli ultimi anni ha preso sempre più piede nelle aziende e che, nel futuro più immediato, veicolerà la quasi totalità del traffico dati. 

Il cloud computing e la sua crescita costante in Italia  

Parlando di numeri puri e semplici il cloud computing, in Italia nel 2018, si è ritagliato una fetta di mercato del valore di 2,34 milioni di euro, secondo i dati forniti dall'osservatorio dedicato proprio all'argomento dalla School of Management del Politecnico di MilanoLa crescita registrata nel corso del 2018 è pari al 19% (1,97 miliardi) rispetto al 2017. 
Ad investire maggiormente nel cloud, come riportato anche da Zerounoweb, sono le aziende di grandi dimensioni. Dai dati emerge infatti che la percentuale di imprese che usufruiscono delle piattaforme di cloud computing aumenta in proporzione alle dimensioni delle aziende stesse. Per la large enterprise la percentuale di investimento arriva addirittura al 90%. Nel nostro Paese c’è anche una sensibile differenziazione geografica riguardo l'utilizzo maggiore di questa risorsa, gli investimenti più consistenti sono concentrati a nord-ovest della penisola.  

Cloud computing: cinque caratteristiche alla base di tanto successo  

A rendere così necessari e sempre più gettonati i servizi forniti da piattaforme di cloud computing come Microsoft Azure, sono essenzialmente cinque caratteristiche. La crescita vertiginosa delle percentuali di impiego di servizi cloud può essere attribuita a:  

  • Autonomia totale per utenti e aziende: per poter usufruire dei servizi di cloud computing non è infatti strettamente necessario rivolgersi al gestore o al fornitore del servizio. 
  • Facile accessibilità in ogni momento e in qualsiasi luogo ma anche da differenti dispositivi in simultanea. 
  • Erogazione on demand: il servizio viene fornito solo nel momento in cui è richiesto e non in maniera continua e, eventualmente, superflua. Questa caratteristica ne implica anche una successiva. 
  • Flessibilità: l’utente ha la facoltà di utilizzare il servizio solo quando necessario e di implementare o diminuire l’uso dei servizi a sua discrezione. In questo modo può anche monitorare il reale consumo e i relativi costi, non dovendo necessariamente pagare un importo fisso periodico. A questo si aggiunge anche un ulteriore risparmio, quello sui costi che altrimenti sarebbero necessari per l’acquisto di sofisticati programmi software o hardware, o ancora di grandi server per la memorizzazione dei dati con le relative spese di alimentazione e manutenzione. 
  • Scalabilità: questa ultima caratteristica non si riferisce altro che alla capacità del sistema di potenziare o depotenziare le proprie prestazioni a seconda del bisogno e della richiesta.  

Con cinque semplici caratteristiche queste piattaforme sono riuscite a fare realmente la differenza in ambito di gestione aziendale. Tutto ciò, inoltre, in maniera sempre più rapida ed evidente negli ultimi tempi, con positive ripercussioni sulla gestione aziendale, sul risparmio gestionale e sull'ottimizzazione dei profitti.  

BiBi: un agente virtuale potenziato dalla migrazione in Cloud  

Tra i più pratici esempi di cloud computing, o per meglio dire dei maggiori servizi che il cloud computing può fornire, possono essere elencati posta elettronica, chiamate vocali, app di messaggistica o ancora diversi strumenti di lavoro come ad esempio Microsoft Office 365, servizi di back up e ripristino e applicazioni per gestire le relazioni con i clienti. 

Il cloud computing può anche offrire molto di più, ad esempio strumenti di sviluppo, Internet Of Things, intelligenza artificiale, ecc. 

Proprio in quest’ottica a meritare una menzione particolare è la nostra soluzione BiBi (Bot Intelligence Business Innovation). 

BiBi parte dalla tecnologia Ask.me, soluzione sviluppata da Network Contacts mirata allo sviluppo di agenti virtuali e chatbot in grado di interagire in autonomia e in assenza di operatore, almeno ad un primo livello, direttamente con utenti e clienti. Risorsa da poter impiegare in diversi ambiti come l’assistenza clienti, il marketing e la vendita. Gli agenti virtuali sono operativi 24 ore al giorno 365 giorni l’anno e su diversi canali. Un servizio front-end che, grazie ad una sofisticata tecnologia di Natural Processing Language, è in grado di comprendere le richieste degli utenti e di fornire loro delle risposte. Il procedimento è attuabile grazie alle funzionalità di QA (Question Answering: la capacità del chatbot di comprendere i quesiti posti dall'interlocutore umano) e di CD (Conversational Dialogue: capacità di instaurare una conversazione). 

BiBi, dunque, non è altro che Ask.me ma completamente in Cluod, ospitato, appunto su Microsoft Azure. Il passaggio dalla modalità Onpremise al Cloud ha ampliato le potenzialità e prestazioni della soluzione, perché ha acquisito la robustezza, la scalabilità e le funzionalità messe a disposizione da Azure. 

La tecnologia di Microsoft permette, infatti, di potenziare molte delle caratteristiche di Ask.me: le capacità di ascolto e interpretazione e, di conseguenza, la qualità delle risposte fornite agli utenti; la presenza su piattaforme differenti (Facebook, Messenger, Skype, Microsoft Teams, Telegram, SMS, Twilio, Cortana), in modo da poter raggiungere ogni tipologia di utente; l’implementazione delle funzioni, con consistenti benefici per i settori del marketing e delle vendite, grazie ad una sentiment analysis e ad una capacità di ingaggio più specifiche e mirate; il supporto alla produzione con la conseguente diminuzione dei flussi di lavoro; la maggior aderenza dei servizi alle esigenze di clienti e utenti. 

In buona sostanza, la migrazione su Cloud ha permesso ad una soluzione già molto efficiente di essere ulteriormente migliorata e di avere una platea di clienti, seppur dettagliatamente targettizzata, molto più ampia rispetto a quella attuale. BiBi, infatti, grazie alla scalabilità del Cloud, può apportare benefici sia alle grandi aziende, con volumi notevoli di richieste da soddisfare e necessità di ottimizzare il servizio customer care, sia alle aziende di piccolo e medio taglio, migliorando in maniera più aderente alle esigenze dell’utente le fasi del Customer Journey.    

Gli scenari futuri per il cloud computing 

Se fino ad oggi il cloud computing si è già ritagliato una corposissima fetta di mercato le previsioni per il futuro sono altrettanto rosee. Come accennato all'inizio di questo articolo, e stando alle stime proposte dal Cisco Global Cloud Index, già a partire dal 2021 quasi l’intero traffico dei dati CED (i centri di elaborazione dati responsabili dei servizi di gestione dati, del coordinamento delle apparecchiature aziendali e dell’infrastruttura IT) sarà veicolato attraverso cloud data center. Questo non è affatto difficile da immaginare se solo teniamo conto di quanto detto fin qui. Per fare un esempio al quale non avremmo mai pensato e che ben illustra le potenzialità delle piattaforme cloud, una delle tendenze più diffuse di qualche tempo fa, il noto gioco Pokemon Go che ha coinvolto migliaia di persone, nascondeva proprio un’architettura cloud. Sviluppando Pokemon Go la Niantic ha ottimizzato i profitti proprio grazie alla possibilità di fruire degli spazi in maniera flessibile e proporzionata al numero di utenti.
È quindi facilmente immaginabile quanto ipotizzato dal Cisco Global Cloud Index: una percentuale di uso del cloud tanto elevata raggiunta nei soli prossimi tre anni.